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Quando ho conosciuto Jessica Iozza, per motivi di lavoro, ho subito percepito che dietro la sua bellezza fisica si celava un mix di emozioni positive che permettevano  di percepire il suo lato più piacevole in ogni situazione anche quando rimaneva in silenzio.

Ci volgiamo, infatti, verso l’esterno, attratti dalla bellezza che vediamo nelle cose create, senza renderci conto che sono solo un riflesso di quella interna, quella che è dentro di noi, quella dell’anima che trattiene le persone.

“Amo il sorriso, la parola grazie e la parola prego, la risposta “non lo so”, la delicatezza, l’intelligenza accesa, la curiosità, la buona educazione, il pensiero divergente, la comunicazione costruttiva, i sogni, le favole, il verbo ci “provo” e la domanda “come stai?” afferma Jessica.

Un animo buono si costruisce amando la vita e lasciando da parte le carenze e i sentimenti negativi. Si forma ingrandendo il proprio mondo interiore, uscendo dalla propria zona sicura  e trovando sempre più motivazioni. È proprio ciò che è accaduto a Jessica Iozza che ama la semplicità dei gesti e delle parole e, avendo trovato il coraggio di raccontare la sua storia, ha evidenziato il percorso intrapreso per realizzare ABC Qualità Italiana.

Nel mondo della scienza e dell’ingegneria, l’approccio razionale, metodico basato sull’osservazione dei fenomeni è considerato il pilastro su cui poggiano le decisioni e le scoperte. Questo è ciò che Jessica ha appreso sin da bambina, provenendo da una famiglia di ingegneri e fisici. Il rapporto con suo padre ha, infatti, giocato un ruolo determinante nella sua crescita.

“Fin dalla prima elementare, Jessica ha manifestato un modo di ragionare “diverso”, il quale richiedeva un monitoraggio anche da parte della famiglia, aveva difficoltà a comprendere “semplici” nozioni e occorreva un intervento mirato per contenere la sua “fantasia”, dichiarò la maestra di prima elementare a suo padre il quale con attenzione e gioco, colse subito  l’occasione per studiare il suo ragionamento e alimentare la sua curiosità e fantasia.

Jessica ha avuto la grande fortuna di avere un padre che  vedeva nella sua “fantasia” un qualcosa di diverso rispetto a quanto riportato dalla stessa maestra. Attraverso giochi stimolanti come “Mister Mind”, gli scacchi e le sfide di conoscenza, su tabelline e capitali del mondo il loro rapporto padre – figlia diventò speciale, unico e, soprattutto, divertente. Questi giochi divennero il loro modo speciale di comunicare.

Tutto sembrava già scritto: Jessica avrebbe seguito le orme paterne diventando ingegnere e viaggiando insieme a lui soprattutto in Medio Oriente.

Improvvisamente il padre si ammalò e morì. Da quel momento in poi, questa donna così sensibile  iniziò a navigare in acque turbolenti senza una rotta precisa travolta da una solitudine mentale infinita:  Avevo perso mio padre e insieme a lui l’unica persona al mondo che riuscisse a comprendere il mio pensiero divergente” dichiara Jessica.

La sua vita aveva  perso progettualità. Fluttuava, non avendo mai avuto la forza di rispettare i suoi pensieri.

Solo oggi, Jessica ha la consapevolezza che per raggiungere un obiettivo ed essere felici non si deve tentare di vivere una vita che non ci appartiene ma bisogna seguire quello in cui crediamo, anche se spesso risulta essere sbagliato per gli altri, l’importante è che sia giusto per noi stessi.

Ha intrapreso un lungo percorso di analisi mirato sulla conoscenza della sua persona: “Avevo bisogno di capire questa mia diversità e colmare la mia solitudine mentale. Dopo anni di studio è emersa, una cosa molto semplice, sono, solo, una persona divergente afferma Jessica.

Le persone divergenti vivono una vita faticosa, nuotano costantemente in un mare controcorrente; se provano ad esprimere la loro in un contesto sociale vengono spesso fraintese, se non si ha la consapevolezza di cosa sia la divergenza sono destinati a fallire perché il loro pensiero è comunque minoritario rispetto al pensiero della persone convergenti.

Con la nascita della sua primogenita, Lavinia Maria, ha fatto uno sforzo mentale notevole per seguire i suoi schemi e il ragionamento dei suoi  pensieri. La paura di fallire come madre le diede  quella forza necessaria affinché riuscisse a chiudere orecchie e occhi verso il mondo esterno, posizionarle nella parte interna di se stessa ed ascoltare la Jessica bambina che è un contenitore ermetico di insegnamenti di suo padre con un approccio alla vita alternativa, sempre alla ricerca della soluzione e mai del problema.

Il suo cervello è settato così, non vede ostacoli o problemi ma soluzioni e opportunità e  aveva finalmente deciso di seguirla e assecondarla nei limiti e nei punti di forza.

Nel 2020, al compimento del decimo anno del suo secondogenito, Emanuele Andrea, i termini del “taglio netto” stavano scadendo: Jessica doveva riprendere lavoro e vita personale ma l’arrivo del Covid ha cambiato ogni previsione.

Quando la pandemia ha colpito il mondo intero, Jessica era convinta che fossimo entrati nel pieno di in cambiamento storico/epocale, al quale, con ironia,  ha dato anche un nome il “secondo” Medioevo. Questa sua convinzione l’ha spinta a fermarsi, osservare, riflettere e a guardare oltre l’ovvio. Ha applicato il suo approccio matematico per affrontare questa nuova realtà. Ha analizzato il contesto e i dati disponibili, ha eliminato gli elementi inutili, l’illusione che tutto sarebbe tornato come prima e la frase “andrà tutto bene” e ha esaminato i dati utili.

Da questa analisi, Jessica ha scoperto opportunità e prospettive che non aveva mai considerato prima decidendo  di mettere in pausa il vecchio percorso, inserire la freccia e intraprendere una nuova direzione.

Come sempre ribadito da suo padre durante tutti gli anni della sua infanzia e adolescenza “senza studio non si va da nessuna parte” .  Jessica ha quindi dedicato tre anni della sua vita per diventare sommelier, tecnico e giudice dell’olio Evo, tecnico/assaggiatore del miele e dei formaggi, ho conseguito il corso di potatore, apicoltore e HACCP sto frequentando un Master per diventare Evologa.

Nasce sotto questa luce ABC Qualità Italiana che si occupa di quei piccoli produttori che si nascondono dietro le eccellenze enogastronomiche dell’Italia.

Jessica Iozza è, pertanto, una grande sostenitrice del principio che per raggiungere un obiettivo bisogna partire dalla conoscenza di se stessi. Ha, infatti, dedicato 23 anni allo studio della sua persona.

La cosa più preziosa che si ha nella vita, infatti, è il tempo e l’ energia poiché entrambi sono limitati. Quando si riescono a gestire bene entrambi si definisce meglio la propria esistenza ed è ciò che è riuscita a realizzare Jessica Iozza: un’ imprenditrice, una moglie, una madre, un esempio da seguire.

 

Francesca Sirignani