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Quante volte ci siamo sentiti bene al minimo ascolto di note armoniose o di canzoni che rallegravano subito il nostro umore?

La musica, infatti, rilassa, diverte e dà ritmo alle più svariate attività, rappresentando una parte importante nella vita di molti di noi, ma può anche curare il corpo e la mente grazie alla musicoterapia. Questa disciplina sfrutta le potenzialità dell’ascolto e della produzione di musica come terapia integrata all’interno di percorsi educativi, clinici e riabilitativi, a tutte le età e per il trattamento di tantissime condizioni e patologie.

Le proprietà curative della musica sono legate in primo luogo alla sua capacità di suscitare empatia ed emozioni, come dimostrano alcune azioni quotidiane come accendere l’autoradio alla guida o lavorare con un sottofondo musicale: l’ascolto è in grado di scandire il ritmo di ognuna di queste attività e, spesso, modifica in positivo il nostro stato d’animo.

Per questi motivi, la musica è universalmente considerata una tra le più espressive forme di comunicazione. Grazie alla scienza, dunque, oggi possiamo riferirci alla musicoterapia come a una vera e propria terapia complementare, che si serve di metodologie e tecniche specifiche per favorire processi cognitivi, emotivi e relazionali.

La musicoterapia ha grandi potenzialità di applicazione anche in presenza di altri disturbi dello sviluppo neurologico, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). La musicoterapia ha un grande potenziale terapeutico anche in presenza di disabilità, sia intellettive e psichiche che motorie. Nel primo caso, può contribuire soprattutto a migliorare l’integrazione sociale grazie all’impiego di un linguaggio non verbale che permette alla persona con deficit comunicativi di esprimere emozioni e bisogni e di interagire più facilmente con gli altri.

Le attività basate su musica e suoni promuovono le relazioni e favoriscono la partecipazione e il benessere socio-emozionale, con effetti positivi sull’autonomia, la capacità di apprendimento, l’autostima e la qualità della vita. Possono, inoltre, giocare un ruolo nella riduzione dei comportamenti aggressivi e ansiosi, che spesso sono presenti soprattutto nelle forme di disabilità psichica, rappresentando un utile supporto alla convivenza con gli altri e alla socializzazione.

Anche in caso di disabilità fisiche la musicoterapia, abbinando un lavoro mirato sul corpo all’ascolto o alla produzione di suoni, può costituire un intervento riabilitativo funzionale allo sviluppo o al recupero delle abilità motorie e alla rieducazione fisica, sempre in modo complementare alle terapie tradizionali.

Anche negli anziani, la musicoterapia può favorire il benessere fisico, cognitivo, emotivo e contribuire a contrastare gli effetti dell’invecchiamento in una molteplicità di contesti, come le residenze sanitarie assistenziali, i centri diurni e gli ospedali. L’ascolto e la produzione di musica e suoni può avere una grande varietà di finalità terapeutiche e riabilitative, dal rilassamento alla stimolazione cognitiva, dall’attivazione motoria alla socializzazione.

La musicoterapia è, quindi, una disciplina che utilizza la musica come strumento terapeutico o riabilitativo con la finalità generale di favorire il benessere psicofisico dell’uomo e, di conseguenza, il suo stato di salute.

 

Maria Teresa Mattogno