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Le Isole Vergini Britanniche sono un arcipelago nel Mar dei Caraibi orientale, che fa parte del più ampio gruppo delle Isole Vergini, politicamente diviso tra la Gran Bretagna e gli USA, costituito da un centinaio di isole e isolotti origine vulcanica.

Alisei costanti, acque tranquille, centinaia di baie protette e punti d’attracco: la vela è in cima alla lista delle cose da fare. Non è un caso che l’arcipelago sia noto come la “capitale della vela dei Caraibi”. Più di un terzo dei suoi visitatori viene qui per questo motivo.

I fondali di questo gruppo di isole celano innumerevoli meraviglie naturali, come le grotte sottomarine di Norman Island o la Joe’s Cave di West Dog Island, dove si può nuotare insieme a cernie giganti, pesci argento, tartarughe e squali. Esplorare le Isole Vergini Britanniche dall’acqua è, infatti, il modo migliore per scoprire la varietà di ambienti e il fascino di ciascuna isola.

Le Isole Vergini Britanniche sono, anche, un paradiso per subacquei e snorkelisti che qui possono esplorare un incredibile mondo sottomarino. In particolare, i numerosi relitti fanno dell’arcipelago una meta unica per gli appassionati di wreck diving.

Il sito per immersioni più famoso delle isole è il Rhone National Marine Park, al largo di Salt Island: qui si trova il relitto della Royal Mail Steamer, nave postale naufragata durante una tempesta nel 1867 con 125 persone a bordo, che oggi giace sul fondo marino, in gran parte ancora intatta, incrostata di organismi marini, tra cui alghe, spugne e coralli, e abitata da una grande varietà di curiosi pesci di barriera.

Un altro sito di wreck diving si trova verso Cooper Island: si chiama Wreck Alley, “Viale dei relitti” ed è una sorta di corridoio formato da ben tre navi affondate.

Le Isole Vergini Britanniche hanno un clima subtropicale piacevole e mite per la maggior parte dell’anno, anche grazie agli alisei che mitigano il caldo.

Tortola è la più grande delle Isole Vergini britanniche e la più popolata, soprattutto nell’area di Road Town, la capitale.

Secondo la tradizione anche il suo nome fu scelto da Cristoforo Colombo, che approdò sulle attuali Isole Vergini britanniche e americane nel suo secondo viaggio nei Caraibi per la corona spagnola e battezzò l’arcipelago “Santa Ursula y las Once Mil Vírgenes” (Sant’Orsola e le undicimila Vergini), oggi abbreviato in Isole Vergini.

Non mancano splendide spiagge, tra le più belle dei Caraibi, ma la visita parte dalla capitale Road Town che, oltre a negozi, ristoranti e locali affacciati sul mare, offre anche luoghi per chi è interessato a scoprire la storia delle isole.

Per gli amanti della natura e del trekking, da non perdere il Sage Mountain National Park, il primo parco nazionale delle Isole Vergini Britanniche, fondato nel 1964 attorno allo Sage Mountain, che può essere esplorato grazie a diversi sentieri.

La cucina locale è, invece, un mix di tradizioni che unisce tutte le culture che qui hanno lasciato la loro impronta: caraibica, africana ed europea.

Il Fish & Fungi è il “piatto nazionale”, a base di pesce servito con un contorno di farina di mais (a volte arricchita con gombo).

La star indiscussa della gastronomia è l’aragosta spinosa di Anegada, celebrata ogni anno tra novembre e dicembre all’Anegada Lobster Festival. L’evento culinario più atteso delle Antille che offre l’imperdibile occasione di assaporarla cucinata in vari modi. Grigliata, essiccata, al curry, ceviche, in umido… Il tutto accompagnato dal cocktail per eccellenza delle Isole Vergini Britanniche, il Painkiller, musica dal vivo, mostre di artigianato locale e tanto altro.

 

Domenico Tappero Merlo