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La garden therapy è chiamata anche terapia orticola, orticoltura terapeutica (horticultural therapy) e ortoterapia. I benefici di questa pratica furono descritti per la prima volta intorno al 1100, in uno ospizio situato nel monastero a Clairvaux, in Francia.

La garden therapy è un percorso riabilitativo e terapeutico nel quale si utilizzano il giardinaggio e il contatto diretto con la natura per migliorare le condizioni fisiche, psicologiche e sociali delle persone coinvolte. L’attività è organizzata da personale esperto professionalmente formato, e quasi sempre si svolge all’interno di giardini appositamente progettati. Consiste nella piantagione e nella cura di piante, fiori, ortaggi, nell’apprendimento di tecniche per la realizzazione di giardini, e può prevedere anche la partecipazione ai percorsi di educazione ambientale.

Il primo a parlarne in maniera scientifica fu il dottor Benjamin Rush, considerato il padre della psichiatria americana. Il medico, infatti, analizzò e riconobbe gli effetti positivi che lavorare in giardino può avere su persone con malattie mentali. Rush, professore all’Università della Pennsylvania, nel 1812 pubblicò i risultati che dimostravano come i pazienti che lavoravano nei giardini avessero tassi di guarigione migliori rispetto a quelli che non avevano avuto la stessa esperienza. Nel 1879, molti anni dopo la morte di Rush, il Friends Hospital di Filadelfia fu il primo ospedale statunitense a costruire una serra da utilizzare per la riabilitazione dei pazienti.

Dopo la Seconda guerra mondiale, il giardinaggio è stato usato per le terapie di riabilitazione dei veterani feriti. Dagli anni Quaranta e Cinquanta, quindi, questa terapia è stata adottata per una gamma sempre più ampia di disturbi.

A partire dal 1973 possiamo parlare di un vero e proprio campo professionale, per quanto riguarda la garden therapy, che l’American Horticultural Therapy Association definisce comeimpegno in attività orticole facilitate da un terapeuta qualificato per raggiungere obiettivi di trattamento specifici e documentati”. Oggi, infatti, il giardinaggio è utilizzato in ospedali, centri di recupero e riabilitazione, centri per anziani, scuole, programmi riabilitativi e strutture correzionali.

L’orticoltura terapeutica è un’attività non invasiva e flessibile, dal momento che si può modulare e adattare alle diverse esigenze, per esempio nel caso di pazienti con delle disabilità fisiche. I suoi risultati, inoltre, si possono documentare con precisione per valutarne l’efficacia. La sua azione è rivolta alla dimensione fisica, psichica e sociale della persona e i suoi benefici sono molteplici. 

La garden therapy, infatti:

  • abbassa i livelli di cortisolo e aiuta a ridurre lo stress;
  • stimola la memoria;
  • migliora le abilità motorie, la coordinazione e l’equilibrio;
  • stabilizza lapressione e il battito cardiaco;
  • consolida le capacità di problem solving;
  • favorisce la concentrazione;
  • aumenta il senso di responsabilità;
  • consolida l’autostima;
  • aiuta a recuperare ritmi di vita lenti.

 

Tra i gruppi di persone che beneficiano di queste attività troviamo inoltre i detenuti e i pazienti che hanno subito degli interventi chirurgici.

Trascorrere del tempo all’aperto, lavorare in giardino, allestire un piccolo orto o soltanto rilassarsi in un parco fa bene sia al corpo che alla mente. Un’attività rilassante che mette di buon umore e rigenera. Non parliamo solo della garden therapy.

È dimostrato, infatti, che stare in mezzo alla natura sia fondamentale per il nostro benessere: già nel 2009, infatti, nel Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali è stato inserito il “Disturbo da Deficit di Natura”, che riguarda i bambini che vivono lontano da aree verdi. 

Sia in estate che in inverno, possiamo prenderci cura di noi stessi anche grazie al contatto con l’ambiente naturale, che si tratti di un orto in balcone o di un grande giardino, così come di varie attività sportive da praticare all’esterno. Il movimento, infatti, ci aiuta a restare in salute ed è una buona pratica insieme alla prevenzione e ai controlli. 

Domenico Tappero Merlo